Tagli d’artista: una storia lunga un secolo

In occasione della presentazione del grande soffitto “Ambiente spaziale con tagli” (gesso, sei tagli su fondo bianco, cm 400 x 814,3) che Lucio Fontana realizzò nel lontano 1960 per la casa di Milano dell’ing. Antonio Melandri, grande estimatore e amico dell’artista, la Galleria nazionale d’arte moderna ha voluto allestire, nei due saloni centrali, una scelta di capolavori appartenenti alle collezioni che, partendo dagli inizi del ‘900, sviluppano in un percorso esemplificativo della cultura del secolo i germi di una sfida che continua nel tempo.
L’intento non è solo
di esaltare l’alto impegno creativo di Fontana, nel retro del soffitto lasciato
a giorno si può vedere come l’artista lavorava, ma di correlare la sua arte
che, unita ad un mecenatismo illuminato, ha portato prodotti riconosciuti nel
mondo e ha spinto l’evoluzione di tutta l’arte del secolo.
Si parte
dalla cultura secessionista di Klimt, ripresa dal divisionismo e poi dal
futurismo di Balla, i cui tagli compositivi già preludono alle
deflagranti aperture del secondo dopoguerra, per passare attraverso l’unicità
delle preveggenze di Schwitters, alle certezze assolute di Mondrian,
all’introspezione luminosa di Giacometti, allo sfondamento della materia
di Moore, mantenendo costante una linea che in Italia parte da Boccioni,
con i vuoti dell’Antigrazioso del
1912, e prosegue nelle masse bianche di Arturo Martini, fino ai vuoti
del marmo di Adolfo Wildt, che di tutti fu maestro a Brera.
Nel secondo
salone il soffitto è affiancato dal mobile
di Calder, che già negli anni ’30 mise in movimento gli scacchi
colorati di Mondrian per azzardare volatili equilibri di forme aperte,
mentre dall’altra parte la Ricostruzione
del Dinosauro bianco di Pascali conferma l’assunzione dei tagli come
valore acquisito, tanto da farne strumento di costruzione di un imprevedibile
“ready made”.
Nell’ala
destra si sviluppa il momento culturale milanese ispirato da Fontana,
riconoscibile negli aderenti al gruppo “Azimuth”, in cui il bianco diviene un
dovere assoluto con Castellani e Manzoni, fino al
comportamentalismo in bianco di Christo, al blu totale di Klein,
alla creatività materica del veneto Turcato, al rigore intellettuale di Paolini.
Nell’ala sinistra del salone si contrappone il “negativo” di Burri, che
crea capolavori ugualmente dirompenti, con i “Gobbi”, i “Catrami”, i “Sacchi”, i “Ferri” e i “Cretti”, artista che
per l’arte giovane romana rappresentò il vate di una nuova cultura di
“nigredo”. Pascali, Tano Festa, Lo Savio, Accardi, Mochetti lo affiancano
dando esempi di alta qualità e aprendo alla storia dell’arte italiana degli
anni ’60 e ’70.
Informazioni tecniche
Titolo Tagli d’artista: una storia
lunga un secolo
Date di apertura al pubblico 15 maggio
2010 – 7 gennaio 2011
Sede Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, Roma
Ingresso per disabili: via
Gramsci 73
Orari di apertura martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30
(la biglietteria chiude alle
18.45)
Chiusura il lunedì
Biglietti Intero 10 euro, ridotto 8 euro
Ridotto per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni
Gratuità per i cittadini UE
sotto i 18 e over 65 anni
Ai visitatori
di Stati non facenti parte dell’UE si applicano
le disposizioni
sull’ingresso gratuito a condizione di reciprocità
Informazioni tel. 06 32298221 - fax 06 3221579
Visite guidate 06 32298451
Catalogo Electa

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-05-2010 alle 22:45 sul giornale del 18 maggio 2010 - 694 letture