Università Roma Tre: al via una ricerca sul gioco d'azzardo

3' di lettura 26/11/2018 - Se c’è un settore dell’economia italiana che sembra non conoscere il significato della parola “recessione” questo è il mercato del gioco d’azzardo. Basti pensare che la sua crescita, soltanto nell’ultimo anno, è stata di circa il 20%.

Gran parte del merito di questo notevole incremento è da ascriversi alla proliferazione dei casino online, che offrono giochi gratis slot machine, regolamentati dall’Agenzia Dogane e Monopoli. Grazie a queste piattaforme intuitive e facili da usare sempre più gente si è avvicinata al mondo del gioco d’azzardo.

Con la crescente diffusione del gioco è aumentata l’attenzione nei confronti dei rischi a esso connessi come la ludopatia. Per limitare il dilagare del fenomeno in alcune città sono stati emessi provvedimenti restrittivi e limitazioni in particolare nei confronti delle sale da gioco. Ad ogni modo vi è anche chi come Alessandro Lama, vice-presidente di Fee (Family Entertainment Expo) sostiene come spesso esista “una visione distorta del settore del gioco”.

Nello specifico Lama si riferisce ai numerosi casi in cui le amministrazioni locali hanno deciso di intervenire a protezione dei cittadini con misure che portano alla limitazione dell’offerta che sembrano andare addirittura in direzione del proibizionismo. Al fine di conoscere meglio gli atteggiamenti dei giocatori, Sapar e Consorzio Fee hanno commissionato una ricerca all’Università di Roma Tre per tracciare i contorni del fenomeno e individuare possibili fattori predittivi, in merito ai comportamenti futuri dei giocatori.

L’indagine – come spiegato dalla professoressa Maria Francesca Renzi, ordinario nel Dipartimento di Economia di Roma Tre – partirà da una disamina delle analisi sul tema già esistenti per poi approfondire il tema del ticket redemption e investigare empiricamente come questa tipologia d’intrattenimento può indurre alla comparsa di comportamenti patologici nei confronti del gioco d’azzardo.

Lo studio verrà portato avanti da un team multidisciplinare, avrà una durata di circa un anno e si articolerà in diverse fasi: come detto in precedenza, in primo luogo vi sarà un’attenta ricognizione delle ricerche nazionali ed internazionali già condotte sul tema; la seconda fase sarà prevalentemente focalizzata sulla ricerca sul campo con l’obiettivo di comprendere le motivazioni dei giocatori, ipotizzare e prevederne i futuri comportamenti.

Tutto ciò avverrà in funzione della raccolta di informazioni utili per determinare politiche efficienti per la gestione e riduzione dei rischi connessi con il gioco. Il metodo per l’indagine sul campo si avvarrà di un approccio qualitativo e quantitativo al tempo stesso, perseguendo l’intento di ascoltare tutti i protagonisti del fenomeno del gioco: gli operatori, i giocatori, le loro famiglie e anche chi si dice contrario all’accesso ai giochi da parte dei giovani.

In seguito alla definizione del disegno di ricerca, saranno effettuati dei focus group, verranno condotte interviste approfondite, osservazioni e questionari finalizzati al raccoglimento di dati sulle variabili rilevanti.

Il campione di ricerca dello studio sarà di 700 soggetti: un numero tale da poter fornire evidenze significative utili a formulare ipotesi interessanti sul tema. Ciò che ci si aspetta da questa indagine è soprattutto che essa possa fornire un quadro nitido relativo alle macchine da gioco con ticket redemption e del ruolo che queste hanno nello sviluppo di comportamenti problematici tra i giovani.






Questo è un articolo pubblicato il 26-11-2018 alle 11:36 sul giornale del 26 novembre 2018 - 637 letture

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