Indagine conoscitiva dell'ACOS sull’offerta culturale di Roma Capitale, pubblicati i risultati

E' questo uno dei tanti pareri raccolti nell’ambito dell’Indagine sull’offerta culturale di Roma, svolta dall’ACoS, l'Agenzia per il Controllo di Qualità dei Servizi di Roma Capitale, tra aprile e maggio scorsi e rivolta specificamente agli operatori della cultura: associazioni, federazioni, fondazioni, enti pubblici, ma soprattutto privati, ordini professionali, accademie, istituti, scuole, ecc.. una compagine variegata di circa 80 realtà, che hanno espresso la loro opinione sullo statu quo della domanda e dell’offerta di cultura a Roma, anche alla luce dei cambiamenti che il settore ha visto realizzarsi con l’impatto della pandemia.
Tra le principali evidenze emerse, risulta che coloro che lavorano con e per la cultura nella Capitale, nei più diversi settori, non si sentono sufficientemente considerati e tutelati dalle istituzioni che, al contrario, dovrebbero sostenerli e valorizzarli..E' evidente qui, osserviamo, il peso fortemente negativo dell'assai scarso interesse dimostrato dal Governo nei confronti dei forti problemi economici incontrati dagli operatori di cultura e spettacolo durante l'imperversare del Covid, con la chiusura prolungata delle relative strutture. Raccogliendo le aspettative e le proposte dei professionisti della cultura romana per migliorare la qualità dell’offerta destinata ai cittadini - utenti,, spicca appunto la richiesta di maggiori opportunità:, che si traducono in più possibilità di collaborazioni con l’Amministrazione centrale e locale, più bandi di concorso, più disponibilità di spazi e, ragionevolmente, maggior sostegno economico. Anche il sistema di comunicazione - dall’Amministrazione centrale ai Municipi, e da questi verso gli operatori - è ritenuto carente, risolvendosi, in ultima istanza, a sfavore del fruitore finale.
L’offerta culturale capitolina,comunque, estremamente ricca e variegata, ha sempre riscosso il giudizio positivo degli utenti nell'ambito delle indagini ACoS; ed è anche un'offerta frastagliata, che concede spazio a una gestione condivisa da parte delle diverse realtà - Roma Capitale, lo Stato col MIC, il Vaticano - che operano sul territorio ma che tra loro non cooperano quasi mai. Questo,ovviamente, invece che esaltare l’eccellenza dei servizi culturali cittadini,finisce col limitarne le potenzialità.

Questo è un articolo pubblicato il 06-09-2021 alle 10:20 sul giornale del 07 settembre 2021 - 219 letture
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